"Tu sei quello che dice sempre di no."
"Non è vero, è che hai problemi ad accettare il fatto che ti si possa dire no e se non impari a contemplare l'ipotesi che ti venga detto senza battere i piedi come un bambino è meglio che tu non mi chieda più niente."
"Va bene, non ti chiederò più niente."
La cosa si potrebbe tranquillamente chiudere qui se non fosse che la controparte, con cui condivido una madre, sarebbe capace di portare alle estreme conseguenze la cosa.
Tralasciando una metà degli umani per cui è geneticamente impossibile tollerare un rifiuto a causa di caratteristica di "genere", mi chiedo: "era necessario anche un fratello dotato di tale disabilità?"