13/10/11

La scoperta improvvisa e inattesa di quel difetto perciò mi stizzì come un immeritato castigo.
Vide forse mia moglie molto più addentro di me in quella mia stizza e aggiunse subito che, se riposavo nella certezza d'essere in tutto senza mende, me ne levassi pure, perché, come il naso mi pendeva verso destra, così...
"Che altro?"
Eh, altro! altro!
Uno, nessuno e centomila-Luigi Pirandello

Benché si stenti a riconoscersi nell'immagine che gli altri ci danno di noi,
o addirittura non ci si riconosca affatto e non si veda nessun punto di contatto con quella che ci siamo costruiti, resta credo, il dovere di analizzare quantomeno i perché di tale discrepanza.
Può succedere che il nostro giudizio sia viziato da omissioni volte a non farci vedere aspetti particolarmente dolorosi della nostra personalità, o semplicemente che sia oggettivamente impossibile riuscire ad avere un'immagine spontanea non viziata da quella autocostruita ( la ricerca allo specchio di Vitangelo Moscarda).

Immagino peraltro che anche l'idea che gli altri si fanno di noi possa subire dei condizionamenti a causa di aspettative funzionali al trovarsi di fronte a questa o ad altra personalità per appagare necessità magari di ordine,
di catalogazione delle tipologie umane.
Ci conforta sapere con chi o cosa abbiamo a che fare.

Non penso per questo che ci si muova esclusivamente nell'ambito dell'aleatorio e del relativo.  Al contrario, l'interpretazione, nostra e altrui, è sicuramente condizionata e in parte difettosa, ma la comparazione tra l'immagine esterna, con le maggiori caratteristiche di spontaneità (lo specchio), e la nostra arricchita della conoscenza storica e quindi della possibilità di risalire alle motivazioni, può esserci illuminante proprio per quegli aspetti che tendiamo a non voler vedere.



Ho scoperto che non sogno
Vorrei sapere
Se mai è accaduto
Non ne conservo memoria.