18/09/11

un'altra che avvisa

Ho un'amica di settant'anni, una donna speciale. Una che ha fatto una vita di merda con uno stronzo vicino, che poi io lui non l'ho mai conosciuto, ma non ho dubbi che lo fosse; ora è morto lo stronzo, dopo che lei lo aveva sfanculizzato.
Adesso lei sta bene, ma una sera m'ha detto "ho un solo rimpianto d'essere ormai vecchia e mi piacerebbe avere un uomo che che mi ami per come sono, che ami me, ma è tardi". Ed io avrei, in quel momento, voluto avere la sua età, e stringerla, e amarla come merita, e non c'è giorno che non ci pensi, che non pensi "ma è possibile che non ci sia un cazzo d'uomo che si accorga di lei ", e mi spiace che possa aver ragione che possa essere tardi.
C'è un'altra cosa che dice sempre: -le cose che leggiamo non sono mai casuali e sono sempre la risposta ad una domanda, ad un problema che abbiamo avuto nel corso della giornata, ad un pensiero-.
Montedidio
Col buio Maria sale ai lavatoi, non mi tocca, non mi chiama il piscitiello fuori dalla pelle. Ha detto basta al padrone di casa, quello l'ha presa male, ha fatto la minaccia dello sfratto, i genitori di Maria gli devono le mensilità arretrate. Maria gli ha sputato davanti ai piedi e se n'è andata. Butta fuori il coraggio è femmina appuntita e gia conosce lo schifo. È finita la commedia, dice, che lui la chiama principessa, la fa vestire coi panni della moglie morta, le mette le cose preziose e poi la tocca e si fa toccare, ora lei non vuole più perché ci sto io. Ci sto io: tutt'insieme divento importante. Finora la mia presenza, c'era o non c'era, non spostava niente. Maria dice che io ci sto e così ecco qua che me n'accorgo pur'io che ci sto. Mi chiedo da solo: non me ne potevo accorgere da solo di esserci? Pare di no. Pare che ci vuole un'altra persona che avvisa.
Erri De Luca